Chiesa SS. Trinità

I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziarono, con concessione di Clemente VIII, nel 1602 ad opera del Comune e si conclusero 50 anni dopo. La consacrazione, ricordata con lapide al lato dell’entrata, avvenne il 14 aprile 1652 per opera del Patriarca di Aquileia. Dopo la costruzione del Duomo la chiesa andò in disuso e fu salvata dal degrado e dalle ferite della I Guerra Mondiale con un restauro avvenuto negli anni ‘60. La chiesa fu poi riconsacrata al culto il 30 aprile 1971.
La facciata è sobria e ornata soltanto della iscrizione dedicatoria e di un frontone triangolare con un rosone di ferro e, sull’acrocoro, di una croce di ferro con vessillo del monogramma cristiano.
All’interno, che si sviluppa su un’unica navata illuminata da finestroni con lesene e un cornicione, si possono ammirare:
Altare di San Giuseppe (marmo, XVIII sec., a dx.), con l’omonima Pala (1729) del francese Pietro Bainvilla di Palmanova. Il soggetto originario della Pala, il Transito di San Giuseppe, è visibile nella parte alta del dipinto, mentre nella parte bassa, sotto ai tre santi in preghiera, risulta un restauro di Giobatta Badino del 1912, che aggiunse le fiamme e le anime purganti.
Altare della Vergine del Rosario (marmo, XVIII sec., a sin.), all’interno della nicchia la statua della Vergine si trova sotto la colomba dello Spirito Santo.
Altare maggiore della Trinità (Sebastiano Piscutti da Gemona, 1737): adornato dal tabernacolo barocco in pietra (Biagio Valle da Tricesimo) con porticina in oro lavorata a Venezia.
Pala dell’Incoronazione della Vergine (Giovanni Pietro Fubiaro da Udine), sulla parete di fondo, che rappresenta la Madonna sorretta da un coro di angeli che riceve dalla Trinità la corona, sullo sfondo di un suggestivo paesaggio friulano.
Coro (1710) al centro della Cantoria in noce con stalli semplici.
Affreschi opera dell’artista udinese Pietro Venier (1673-1737), in stile cinquecentesco con particolari decorativi di gusto barocco.
Navata (1720), suddivisa in tre riquadri con Carità di S. Nicolò, Mistero della Trinità e S. Giacomo in Gloria.
Volta del coro, al centro un oculo prospettico con l’Eterno Padre, attorno una visione del Paradiso nella Gloria celeste con Profeti e Simboli degli Evangelisti, sui pennacchi i Quattro Dottori della Chiesa nei loro studioli.
Nell’orchestra l’Organo Dacci, importante esemplare dell’arte organaria veneziana (commissionato dalla Vicinia nel 1777 a Francesco Dacci, 1712-1784, concluso nel 1780). Trasportato in barca fino a Portogruaro subì violenti atti di vandalismo durante la guerra del 1915-’18. Fu restaurato nel 1982.