Edicola degli Apostoli

L'edicola, restaurata nel 1951 per volontà di Mons. Buratti e nel 1973 a cura di Alfonso Comand, è un importante simbolo di religiosità popolare, carica ancora della sua funzione magico - protettiva di tradizione pagana (eredità della “antica statua”) e di fronte alla quale ancor oggi si recita il rosario nel giorno dell’Assunta.
Un tempo qui sorgeva la cosiddetta “statua” della Madonna Assunta, cioè un capitolo o una vera e propria statua distrutta dopo il Concilio di Trento.
L’edicola è un piccolo edificio a forma di cappella in mattoni con, sui due lati della facciata di gusto barocco, due nicchie affrescate del XVI – XVII sec. Sant’Antonio da Padova (sinistra, 100x40 cm.) mentre regge il giglio e il libro e San Giovanni Battista (destra, 100x40 cm.) in  gesto benedicente, restaurati da Giobatta Badino.
Nel fianco sinistro dell’edicola verso la statale, vi è un altro affresco coevo raffigurante una Crocifissione, restaurata negli anni ottanta.
Ai lati del crocifisso le due Marie piangenti sono affiancate da figure raffiguranti i mestieri, contraddistinti dai rispettivi strumenti di lavoro: mietitrice e zappatore a sinistra, falegname e filatrice a destra. Queste figure rappresentano il rapporto del popolo friulano e dei suoi mestieri con la religiosità.
All’interno un affresco (285 x 250 cm.) diviso in due zone. Nella parte bassa un Ultima Cena, nella parte alta, la Madonna in Gloria di angeli e cherubini, una sorta di scena dell’Assunzione (l’originale del Seicento è stato rimaneggiato da Giobatta Badino), dove i santi avevano le fattezze degli abitanti della via, coloro che si prendevano cura della cappella.