“……E’ uscito recentemente un nuovo libro di Mons. Vittorino Canciani. L’Autore, all’inizio della sua opera il cui titolo è “Perché?”, ricorda la strada percorsa dal finalismo per giungere al solidarismo internazionale e, nell’esposizione del suo pensiero, guarda al mondo della cultura e della scienza ed ai fenomeni sociali offrendo al lettore spunti di riflessione e di approfondimento sui grandi interrogativi dell’umanità.
L’aspetto filosofico ed antropologico dei problemi trattati è tenuto continuamente presente dal Prof. Canciani ch’è sempre rispettoso delle opinioni altrui, benché egli miri all’essenziale da lui indicato con un linguaggio limpido, e perciò accessibile a tutti.
Come un pittore impressionista, mediante macchie di colore apparentemente disordinate, illumina e rappresenta figure e ambienti diversi, così Mons. Vittorino Canciani, con fini allusioni e richiami storici, biblici, patristici e liturgici, sapientemente collegati, propone una nuova dimensione della vita e l’esperienza interiore d’una realtà invisibile, ovunque presente che porta ad un cammino di gioia e di solidarietà nonostante l’odierno relativismo di cui si parla nel volume. L’opera “Perché?” reca la presentazione del Cardinale C. Ruini, Presidente della C.E.I.
La cultura del Prof. V. Canciani viene da lontano. Teologo, con una lunga esperienza pastorale, egli s’è laureato in Scienze Politiche, conosce le principali lingue, ha viaggiato molto per i vari continenti e fa parte di prestigiose Accademie nazionali ed internazionali che lo invitano sovente a tenere relazioni in occasione di congressi, sia in Italia che all’estero.

 

Sin dal 1948, anno della sua Ordinazione nel Duomo di Udine, oltre ai suoi compiti di parrocchia, fu Assistente di gruppi Scouts, ideatore e guida di filodrammatiche locali, maestro di canto gregoriano, direttore di corali cittadine e cofondatore d’una Scuola superiore per futuri amministratori pubblici nella quale insegnava Storia dell’Economia e Morale Sociale.
All’inizio degli anni ’60, su richiesta del Vescovo di Udine, costruì dal nulla un impegnativo complesso parrocchiale con al centro un maestoso tempio da lui ideato e portato a termine, superando difficoltà d’ogni genere e dimostrando singolari capacità manageriali e organizzative. Oggi quella è la parrocchia di S. Cromazio (patriarca d’Aquileia) nella città di Udine. Il nome originario era S. Domenico.
Di quel tempo sono le sue prime pubblicazioni: “La triplice dimensione del Medio-Friuli negli anni ‘50”, “Il profitto: le sue cause e le sue leggi”, “Osservazioni storiche sulla svolta economica europea avvenuta durante il secolo XV e il suo influsso sul Friuli d’allora”, “Movimento operaio e cooperazione friulana: dalla ‘Rerum Novarum’ alla prima guerra mondiale”, “Il cristiano oggi per la costruzione della Comunità internazionale”, “Religione nei colori di Benares, principale santuario dell’Induismo”, “Le Mont St. Michel: un piccolo Sinai sul freddo golfo di St. Malo”.
All’inizio degli anni ’70, su richiesta del Vicariato di Roma, egli diventò titolare dell’importante parrocchia di S. Francesco Saverio alla Garbatella dove fu amato e stimato per le sue iniziative e la sua schiettezza e affidabilità.
Successivamente riprese a scrivere. “I SS. Cirillo e Metodio e il mondo slavo nel secolo IX” (fu tradotto in russo e in greco moderno), “Islam: un mondo da conoscere” (si era nel 1978!), “Un’aurora sul Sinai” (Bibbia e attualità), “Angeli e demoni” (teologia e patristica), “Stromata” (sociologia e storia), “Fragilità della pace” (un lungo discorso a 200 ambasciatori e consiglieri), “Rose e spine” (raccolta di poesie), “La mia Quaresima alla Radio Vaticana”, “Omelie Liberiane e Vaticane” (tradotte in inglese e adottate in alcuni seminari maggiori americani ed africani) si annoverano fra le principali opere di quel periodo.Per il suo volume “Da Tokio a Marrakech” l’Autore ha ricevuto nella Sala della Protomoteca in Campidoglio il Premio Internazionale CIAC per la Narrativa e successivamente il Premio Nazionale della Cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che, nel 2001, gli ha conferito un altro Premio della Cultura “per la pregevole opera svolta nel campo della Saggistica”.

Recentemente il Presidente Azeglio Ciampi lo ha insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Ciò non meraviglia: la casa di Mons. Canciani è piena di attestati e di riconoscimenti nazionali ed internazionali tra i quali si notano quattro Lauree “Honoris Causa”: in filosofia, storia bizantina, storia moderna e psicologia. Quando si parla di queste cose egli ci tiene a sottolineare che si sente solo un sacerdote. “Questa, risponde, è stata la mia vita”. A tal proposito, molti romani ricordano ancora le omelie da lui pronunciate per un decennio nella Basilica Liberiana di S. Maria Maggiore durante la sua Messa festiva delle ore undici davanti a un folto pubblico che accorreva a sentirlo da vari punti della capitale.

Dopo la visita ufficiale al Santo Padre del nuovo Presidente di Francia Chirac, accoglie lui e seguito alle soglie della Basilica di S. Pietro, assieme alla Delegazione del Capitolo Vaticano.

Per quanto riguarda la sua vita pastorale, va pure ricordato che nell’arco d’un trentennio egli accompagnò in Italia ed all’estero diversi gruppi dell’”Opera Romana Pellegrinaggi”, che per venticinque insegnò nelle Scuole Superiori dello Stato e che in alcune regioni d’Italia, soprattutto del Sud, fu mandato, ancora giovane, dai suoi superiori a predicare le “Missioni” che allora costituivano un mezzo efficace per rinnovare le comunità cristiane.
Ora Mons. Vittorino Canciani è anche Protonotario Apostolico e Canonico di S. Pietro in Vaticano. Con l’ansia dell’apostolo che si sente strumento fragile, ma forte per l’aiuto di Colui nel quale ha creduto, egli attualmente, oltre alla predicazione, si dedica ancora ad attività culturali ed assistenziali, sempre fedele alla sua missione che dura dal 1948….”