Qui riportiamo due passi dell’interessante commemorazione del 50° di Sacerdozio di Mons. V. Canciani del Cav. di Gr. Croce Dott. Adalberto Leschiutta, ex direttore di Banca ed attualmente Decano dell’Anticamera Pontificia di Sua Santità.

“…… Figlio unico, nato nel 18° anno di matrimonio, raccontava la Sig.ra Zoppi Eros ved. Carrara, maestra elementare di Vittorino, ch’egli si alzava molto presto, anche d’inverno, per recarsi in duomo a servire la prima messa e che certi giorni “celebrava” in casa, su un altarino di legno con paramenti di carta e chiamava “a messa” le fanciulle del vicinato.
Ad 11 anni ebbe il suo primo e premonitore contatto con la capitale, in qualità di vincitore del “Premio Roma”, un concorso indetto tra i fanciulli di Azione Cattolica di tutta Italia. Insieme agli altri vincitori, uno per Diocesi, venne ospitato per una settimana all’interno della Città del Vaticano e, per quelle strane coincidenze della vita, proprio nei pressi del Palazzo dove nel 1995 gli è stato assegnato un appartamento, dopo il conferimento del titolo e della dignità di Canonico di S. Pietro.
Oggi da quel luogo, che dà sulla piazza di S. Marta, la vista arriva sino ai giardini Vaticani. La sua casa è trasformata in Museo di viaggi, di attestati, di diplomi, di benemerenze e di decorazioni. Egli, a chi si meraviglia con lui sorride e risponde: ‘E’ andato tutto così…’….”

Alcuni passi del discorso di commiato del geom. Giovanni Bertuzzi, Presidente della Giunta parr.le di “S. Quirino” in Udine, rivolto la domenica 10 Ottobre del ’54 a Don Vittorino quando lasciò quella comunità dopo i primi sei anni di sacerdozio. Erano presenti il clero, le autorità e tantissima gente del rione

Lettera di Mons. Prof. Antonio Rossitti, molto stimato e conosciuto ad Udine, inviata a Roma a Don Canciani per il XXV° di Sacerdozio nel 1973.

Caro e indimenticabile don Vittorino,
Ho saputo oggi dal tuo collaboratore don Mazzolini Luigi che festeggi il tuo XXV° di Sacerdozio….Tu certamente non puoi dire di essere a mani vuote dopo il bel monumento, più solido e perenne del bronzo, che ci hai lasciato qui in Diocesi con le sacre costruzioni e con le calde Opere parrocchiali. Beato te, Don Vittorino, il gran bene che hai fatto ad Udine nessuno lo cancella….”