Lo psicologo Dott. Albino Comelli, suo ex-parrocchiano, lo ricorda nel modo seguente:

“……Penso al semplice prete, all’uomo amico di tutti che tanti anni fa abbiamo conosciuto al Villaggio del Sole. Don Vittorino con sua mamma vi era arrivato per primo, seguito da migliaia di persone: lui per costruire una parrocchia, loro per prendere possesso di una casa popolare dignitosa, carichi ancora di frustrazioni e di cambiali, ma incoraggiati da una nuova speranza.

Il suo compito era quello di dare una struttura alla comunità religiosa. Ma egli fece di più. Diede un’anima ad un agglomerato di case, ha costruito un’idea di comunità dove c’erano solamente muri e strade, ha creato punti di unione fra persone venute da tutto il Friuli, ha avviato servizi sociali, occasioni di aggregazione e d’incontro fra giovani e anziani, ha favorito la nascita di iniziative per la cultura e per il tempo libero, ha saputo utilizzare le capacità e perfino le ambizioni di alcuni a vantaggio di altri.
Ha alzato una chiesa, umile nei suoi mattoni, ma solenne e maestosa nelle sue forme perché la gente avesse un’idea più alta della vita e lo spirito fosse rappresentato da una sede dignitosa, perché anche Dio avesse una casa come i suoi credenti. Ha fatto tutto con rapidità e determinazione superando ogni tipo di ostacoli con il cuore, con la volontà, dimenticando irrisioni e minacce da parte di chi, pochi anni dopo, a opere compiute, gli stringerà la mano per riconoscere il suo coraggio.
Lo vedevano sempre tollerante, amabile, sorridente. Era presente ovunque: sul lavoro, fra le famiglie, alle tante riunioni e soprattutto, come pastore zelante, durante le cerimonie religiose che si svolgevano in modo ineccepibile, e con tanti chierichetti.
Alla gente piaceva quel suo parlare chiaro, concreto, diretto, dotato di ricchezza istruttiva e versatile. Egli comunicava in modo piacevole. Queste qualità continuano ora ad apparire nei suoi recenti scritti, nelle sue pubblicazioni. Ricordo la sua disposizione umana verso la generosità, lo spirito arguto, ilare, laborioso e premuroso che rendevano più amabile anche il suo messaggio religioso….”