P. Antonio Elia degli Oblati diocesani di Ribis (Udine), sul “Numero Unico” uscito in occasione del Giubileo d’Oro del suo compagno di scuola, raccontava:

“……Dal mattino si conosce il giorno”: così recita il proverbio. Mons. Vittorino Canciani, fin dai primi anni del nostro soggiorno in seminario, è venuto via via rivelando l’assortito numero dei talenti che costituiscono la sua distinta personalità: carattere ilare, intelligenza pronta, memoria a dir poco prodigiosa, capacità versatile e serenità di spirito.

A Mons. Vittorino Canciani non sono venute mai meno due cose: il consenso e la stima dei fedeli ed una fede incrollabile nella divina Provvidenza nei momenti di difficoltà.

Non si può dimenticare poi la sua presenza altamente pedagogica ed incisiva nella scuola, a detta dei suoi ex allievi. Le sue lezioni erano interessantissime, non solo per una soda preparazione teologica, ma anche per quella esperienza di umanità di cui Monsignore andava sempre più arricchendosi con i contatti umani vissuti non solo nell’ambiente ordinario, ma in un raggio molto più vasto.

Il carnevale dei ragazzi del 1957 a Mereto di Capitolo (Udine). Con loro c’è anche la mamma di Don Vittorino

Il fascino che Mons. Vittorino sa suscitare attorno alla sua persona, anche tra i giovani, trova la sua spiegazione nelle pubblicazioni, frutto dei suoi numerosi viaggi compiuti in quasi tutto il mondo dove egli si è recato non da semplice turista, ma da uomo di studio, fine osservatore di persone, di cose, di avvenimenti e di situazioni che son venute a rendere sempre più sostanzioso lo spessore della sua cultura. Egli la sa comunicare non in forma cattedratica, ma vivacizzata al punto di renderla convincente e coinvolgente.

Sul palco del Teatro della città di Rodi (Grecia) davanti alle Autorità ed al pubblico, prima del conferimento delle Borse di studio agli alunni meritevoli.

Quelli che lo conoscono bene per averlo seguito nei suoi interventi, o nel contatto personale con lui, lo definiscono uomo convinto della sua missione di Sacerdote che sa portare, senza forzature, i suoi interlocutori a un approccio spontaneo con i valori della fede….” venute a rendere sempre più sostanzioso lo spessore della sua cultura. Egli la sa comunicare non in forma cattedratica, ma vivacizzata al punto di renderla convincente e coinvolgente.