Nella sua lettera ai compaesani di Mortegliano (Udine), che l’attendevano per la festa del suo 50° di sacerdozio, Mons. V. Canciani tra l’altro confidava:

“……Non sento d’aver grandi meriti. Nella mia esistenza movimentata, piena di tante soddisfazioni pastorali, ho imparato che bisogna lasciar fare a Dio e dirGli perciò sempre di si nelle ore propizie come nei momenti di prova. Egli è un Padre tenerissimo che non abbandona mai nessuno e sa infondere nei nostri cuori la gioia vera e tanto coraggio, dal momento che la vita non è facile. Io debbo dire solo ‘Deo Gratias’.
……Amo infine ricordare, in questa circostanza, i tanti amici di quelle parrocchie alle quali ho dedicato le mie giovani energie nei primi ventidue anni di sacerdozio in terra friulana, prima di recarmi a Roma.
…..Preghiamo per le vocazioni…..”
“Ognuno ci consideri come Ministri di Cristo e dispensatori dei Misteri di Dio” (1° ai Cor. 4,1)

L’Arciprete di Mortegliano nel settembre del 1998 concludeva così sul Bollettino parrocchiale l’invito a festeggiare Mons. V. Canciani nel suo 50° di Sacerdozio:

“……Proprio ora, dopo tanti anni vissuti in porzioni diverse della Chiesa, sono, come parroco, ad accogliere Mons. Canciani, a riconoscere pubblicamente la sua fertile e multiforme esperienza pastorale, ad apprezzare il tratto della sua innata gentilezza e a condividere fraternamente con lui l’intima gioia per il traguardo delle sue nozze d’oro sacerdotali.
So che il popolo di Mons. Canciani è aperto sul mondo, per cui giustamente egli ha già celebrato il suo giubileo sacerdotale sulla Cattedra di S. Pietro in Vaticano, segno di universalità e di apertura alle genti, attorniato anche da una eletta rappresentanza di Mortegliano. Ora non ci resta che attenderlo per condividere con lui il suo lungo percorso di grazia e per sottolineare la bontà del Signore, che l’ha colmato di tanti benefici. Ma anche per esprimergli tutta la nostra gratitudine per il segno di munificenza, dimostrato in occasione del restauro della sacrestia del Duomo.
La comunità cristiana di Mortegliano è orgogliosa di questo suo figlio sacerdote, ne apprezza l’ardore e lo slancio pastorale….”