Riflessioni varie

Prof. Bruno Rigon nella sua Presentazione al volume “Da Tokio a Marrakech” (pagine 9-11 del 5/2/1975) scriveva tra l’altro:

“……Conosco da molti anni il Prof. Vittorino Canciani (membro effettivo della nostra Accademia “Gentium Pro Pace”). Ammiro la sua bontà d’animo e finezza di sentire, e soprattutto quella parte di lui che si manifesta maggiormente nei tanti e lunghi viaggi durante i quali egli diventa l’anima della comitiva colla sua cultura enciclopedica, colle sue battute sempre fresche ed originali, spesso esilaranti ma giammai sarcastiche contro alcuno. La nobiltà del suo tratto, il rispetto delle opinioni altrui, l’apertura della mente sui problemi più disparati del mondo, la capacità d’ascoltare gli altri e la conversazione sempre affabile fanno di lui l’ideale compagno di crociera alla scoperta dei paesi più diversi del globo.

Nelle situazioni più imprevedibili o difficili che il gruppo deve affrontare ai confini, negli hotels, ai restaurants, sopra gli aerei o sulle navi, egli rimane sempre sereno, imperturbabile, ed ha per ogni caso una soluzione pronta, tempestiva, chiara, sicura, come se l’avesse già prevista e lungamente meditata. Le guide locali e gli interpreti di turno si rivolgono sempre a lui, perché la sua prontezza di riflessi, la sua personalità, la sua statura morale s’impongono a tutti di primo acchito.

La di lui competenza nelle scienze politiche e sociali, la vasta conoscenza della letteratura, della storia dell’arte e delle religioni del mondo, nonché la sorprendente lucida memoria vestono il suo dire, durante il viaggio, di sapere, di confronti equilibrati e coloriti, di prudente accettazione della realtà contingente, di oculata e coraggiosa ricerca del vero. Una gioiosa speranza d’un meglio che deve venire sulla terra gli canta nel cuore, sempre fiducioso ed ottimista, sempre pieno di fede e buono con tutti, nonché premuroso e servizievole verso i suoi amici di crociera. E tutti per queste sue qualità umane lo apprezzano sin dal primo giorno e poi gli restano amici per la vita…..”

Brevi riflessioni del giornalista Augusto Giordano di RAI-2 e GR2 tolte dalle pagine 5 e 6 del libro “Angeli e demoni” di V. Canciani il 10/1/1991

“….In una società come quella odierna in cui il secolarismo fa da padrone intaccando soprattutto la cultura, il senso religioso viene spesso sostituito con mitologie, alla base delle quali sta l’analisi scientifica che non ammette il soprannaturale.
…Sentire parlare perciò di Angeli e di demoni, per tanti cosiddetti benpensanti di oggi, è come tornare ad una certa letteratura favolistica che riassume la concezione manichea delle forze del bene contrapposte a quelle del male. Ma per l’Autore di questo volume non è così: Satana esiste e spinge gli uomini verso il male; alle volte si nasconde dentro di loro.
…Mons. Vittorino Canciani è un grande teologo che da vent’anni opera nella capitale, e nel mondo svolge la sua missione di apostolo mostrando tra l’altro rare doti di analisi e sintesi, di predicatore e di conferenziere. Il sottoscritto l’ha sentito alla radio ed in occasione di solenni manifestazioni in diversi teatri di Roma….”
Il Golfo di St. Malo sul quale dall’alto domina la storica Abazia di “le Mont St.Michel” (Canale della Manica).

Il critico d’arte Prof. Avv. Aurelio Prete, Presidente dell’Internationale Burckhardt Akademie, a proposito del “DA TOKIO A MARRAKECH” di V. Canciani, afferma tra l’altro:

“……Trattasi d’un libro che tutti dovrebbero leggere per la chiarezza di esposizione, la miniera di fonti storiche, la scorrevolezza del periodo, l’interesse che tiene legato il lettore pagina per pagina sino alla fine.
Libro che si legge tutto d’un fiato, quindi, ma che va meditato attentamente se si vuol far tesoro di quanto contenuto in queste pagine ricche d’interesse e copiosamente illustrate. Giunti alla fine… ci credereste? … Si ricomincia daccapo. Questo è certamente pregio peculiare a ben poche pubblicazioni….”

L’Avv. Prof. Giuseppe Gesualdi, Direttore de “Il Corriere di Roma” e Presidente dell’Accademia “Tetradramma”, nella sua Presentazione alla raccolta di poesie del Prof. Vittorino Canciani, intitolata “Rose e spine”, a pag. 7 si esprime così:

“…..Ho sentito parlare molte volte Mons. Vittorino Canciani, sia in occasione di conferenze o presentazione di nuovi libri o di quadri nella sala del Trono di Papa Innocenzo XII (Pignatelli), sede della nostra Accademia, sia in manifestazioni solenni celebratesi alla Protomoteca in Campidoglio o durante le cerimonie nuziali.
Fin dal primo momento si poteva notare l’attenzione straordinaria che il pubblico gli prestava per la di lui cultura filosofica, teologica e sociale; senza dire che noi, gente laica, coglievamo nelle sue parole quell’aspetto pastorale ed umano che desideriamo trovare negli uomini di Chiesa.
Ma che Mons. V. Canciani fosse pure poeta nessuno finora lo sapeva, benché i suoi interventi ci avessero sempre colpiti anche per la sua preparazione letteraria e l’uso, veramente raro, della lingua italiana.
Ora egli ci fa il dono d’un libro di poesie che Lui chiama “versi”. E’ intitolato “Rose e spine”. Penso che l’Autore non potesse scegliere parole migliori dato che si tratta d’un Sacerdote che ha sempre lavorato sodo, raccoglie vasti consensi ed ha pure sofferto.
Nel volume perciò vien fuori la sua fede, il suo amore universale, la sua molteplice esperienza di pastore e di professore ed il suo animo semplice che canta le meraviglie della natura in quadri degni alle volte d’un vero artista.
I suoi componimenti rispettano in alcuni casi la rima; in altri invece si sciolgono in modo da poter meglio comunicare i propri sentimenti, le sue profonde riflessioni, unite pure ad osservazioni d’ordine psicologico. Ciò si può notare, ad esempio, in fondo al volume dove le persone vengono scolpite nella loro realtà, perfino curiosa ed esilarante.
Per questo ci congratuliamo con Monsignore, augurando tanta fortuna a questa sua nuova pubblicazione….”

Introduzione della Dott.ssa Maria Assunta Pensa al volume “Omelie Liberiane e Vaticane” di Mons. Vittorino Canciani (alcuni periodi tolti dalle pagine 13-14 e 15 del 18/9/1991).

"…… Una domenica mi trovai ad ascoltare la S. Messa delle ore undici nella Basilica di S. Maria Maggiore.
Fui colpita subito dalla quantità di gente, presente in quel tempio ed a quell’ora. Mi dissero che il celebrante era Mons. Vittorino Canciani e che bisognava arrivare molto tempo prima per trovare un posto a sedere. Notai anche l’attenzione, il silenzio e la partecipazione dei fedeli. Si trattava di persone d’ogni estrazione sociale e culturale; si notavano anche parecchie suore e diversi religiosi, nonché studenti delle Università Pontificie. Seppi in seguito che venivano anche dei protestanti.
Quel giorno uscii dalla Basilica contenta, serena, ma soprattutto arricchita spiritualmente perché avevo appreso qualcosa di nuovo dal commento delle letture e del santo vangelo. Ci ritornai anche in seguito, per cui il recarmi in ogni festività a quella messa, nonostante io abitassi nel settore Nord di Roma, divenne per me una regola, direi fisiologica.
Quell’altare ci attirava come una calamita, tanto era il desiderio di ascoltare le riflessioni profonde che puntualmente, e con competenza, Mons. Vittorino Canciani rivolgeva all’assemblea.
Era l’omelia più lunga di tutte quelle della Basilica, ma nessuno di noi ha guardato mai l’orologio o dato segni d’insofferenza; anzi, avremmo voluto fermare il tempo, se fosse stato possibile, perché la sua parola avvinceva ed era per noi sprone ed insegnamento: apprendevamo sempre qualcosa di nuovo.
Si apprezzava da un lato la vasta cultura teologica, storica, umanistica, biblica di quel sacerdote e dall’altro il coraggio, la costanza e la chiarezza con cui dall’altare proclamava la “Verità”.
Egli riusciva a trasmettere in noi la bellezza e l’autenticità del messaggio cristiano in maniera credibile, perché posseduto, testimoniato e vissuto prima da lui. Non si riesce a descrivere il silenzio ch’era in Basilica quando egli parlava dell’intimità con il Signore e ripeteva: “Dobbiamo riscoprire Dio ch’è dentro di noi ed abituarci a parlare con lui e ad ascoltarlo nell’orazione”. Talvolta la sua parola diventava poesia…..

“Esercizi” predicati a Palermo. A Roma come altrove serenità e chiarezza accompagnano l’esposizione del Testo Sacro
…….Sarebbe molto lungo elencare tutto ciò che accadde in quella domenica allorché egli si congedò dai fedeli perché trasferito alla Basilica Vaticana. La gente non voleva andare via dalla Basilica. Un anziano padre gesuita si mise in ginocchio e volle essere benedetto da Mons. Canciani. Un suo confratello e molti dei presenti fecero altrettanto. Alcuni turisti di Forlì chiesero proprio a me come si chiamasse il celebrante, perché erano rimasti colpiti dalla chiarezza e dalla incisività dell’omelia. E si potrebbe continuare….”

La giornalista Gemma Gesualdi ne “IL CORRIERE DI ROMA” del Mercoledì 15 luglio 1998 aveva chiuso così una sua relazione su una conferenza di carattere pastorale tenuta da Monsignore:

“……Data la sua lunga esperienza di pastore, egli capisce la gente e per questo viene seguito per il suo equilibrio, la semplicità del tratto e la sua credibilità.
E’ quello che si può definire ‘un sacerdote esperto di umanità’, e proprio forse per questo viene apprezzato da chi lo avvicina….”

Della stessa sul “PERCHE’?”, recente pubblicazione del Prof. V. Canciani, qui si riportano le ultime righe d’una lunga recensione del 31/1/2004:

“……Questo interessante volume può essere per chi legge un valido ausilio alle tante domande che rimangono spesso senza risposta in fondo al nostro cuore.
Conclude l’Autore: - Ovviamente fare l’elenco dei tanti perché sarebbe impossibile. Qui si tratta invece di uno solo. Provate ad indovinarlo….”